Si è sciolto il freddo a Belgrado, per un attimo ho visto la luce riflessa nei tuoi occhi, avvolta dalla dolcezza.
Sei stata per anni nomade nel mio cuore. Dopo il buio del regime hai viaggiato, l’Europa il tuo vestito, mentre io crescevo con le matite, tra casa e scuola, tu enigmatica donna, hai oltrepassato il limite di ciò che io potevo accettare e comprendere.
In ogni tua performance, il tuo dolore consapevole diventava il mio dolore inconsapevole. Le tue paure le mie paure, il tuo coraggio, il mio coraggio. Pugni e applausi.
La tua esistenza è stata un arco teso, con una freccia puntata contro di Te, e contro di me.
Hai sfidato il limite ed ora la tua vita si consuma a New York in un teatro a forma di stella, nel bene e nel male sei sempre stata la protagonista. Ma la realtà è più grande.
Hai nuotato nell’abisso, tra coralli e serpenti e hai girato il mondo, mente straordinaria, mentre io crescevo e risalivo la corrente alla ricerca di me.
Gli artigli dello stesso drago hanno graffiato le nostre vite. Il rosso rubino traccia cicatrici parallele. Che tu sia consapevole, hai solo sfiorato la superficie. Per volare devi comprendere il fondo dell’abisso, non basta toccarlo.
Sono forte molto più forte di te e per quanto sia grande la distanza che ci divide so che posso volerti bene ed aiutarti ad essere ciò che meriti: consapevolezza.
Alida Sacchi
Blogger del Gruppo Rebis