Lo sviluppo sostenibile

Nel 1987 Gro Harlem Brundtland, presidente della Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo, nel rapporto intitolato Our Common Future, formulava delle linee guida ancor oggi valide per la tutela dell’Ecosistema, sottolineando che le politiche di sfruttamento dei paesi del Nord del mondo non sono sostenibili per quelli del Sud e che era auspicabile un’inversione di tendenza nelle politiche adottate da tutte le Nazioni, che tenesse in considerazione le esigenze dell’ambiente, delle specie animali e di tutti gli esseri umani.

La Sostenibilità all’interno di una concezione Olistica e Sistemica, riguarda l’Ontogenesi, lo Sviluppo della Comunità Umana, la Politica Nazionale e Internazionale e l’Economia.

La civiltà dei consumi conduce ad uno spreco di risorse ambientali e pone un fortissimo limite allo Sviluppo del Potenziale Umano perché è correlata al mantenimento di condizioni di disuguaglianza sociale e a politiche di sfruttamento che non tengono in debita considerazione il rapidissimo esaurimento di risorse biofisiche non rinnovabili. La richiesta di risorse per il mantenimento dell’attuale sistema di produzione capitalistico è superiore all’offerta.

Urge l’abbandono di una economia lineare, in cui non ci si preoccupa della massiccia produzione di rifiuti né del problema dello smaltimento e l’adozione di una economia quanto più possibile circolare, in cui gli scarti rientrano a far parte del ciclo produttivo.

È essenziale adottare un approccio interdisciplinare ed integrato per la risoluzione della crisi ambientale, tenere in considerazione un progressivo orizzonte di cambiamento, impegnarsi per costruire insieme il nostro comune futuro e sforzarsi di non concentrarsi solo sul presente immediato. È richiesto l’impegno di professionisti appartenenti a tutti i campi e la loro collaborazione per il raggiungimento di un maggior grado di giustizia ‘’ecologica’’. Non si può delegare il controllo della situazione solo a coloro che si occupano di Politica.  

L’ Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha varato un piano per lo Sviluppo Sostenibile denominato Agenda 2030, entrato in vigore il 20 settembre 2015, in cui si individuano gli obiettivi che devono essere raggiunti a livello Internazionale. Essi riguardano:

  • L’eliminazione della fame nel mondo
  • La scomparsa della povertà e una più equa distribuzione delle risorse
  • L’ Educazione primaria universale
  • La promozione dell’Uguaglianza di genere e l’Empowerment femminile
  • La promozione del Benessere, la garanzia di una vita sana per tutti e a tutte le età
  • L’accesso ad un’energia moderna, affidabile, economica
  • L’accesso all’acqua potabile e alle infrastrutture igieniche di base 
  • La crescita economica, l’inclusione e un lavoro dignitoso per tutti
  • La costruzione di infrastrutture resistenti
  • La riduzione della disuguaglianza tra i paesi
  • La costruzione di insediamenti umani e città resistenti, sicure ed inclusive
  • La promozione di modelli di consumo e produzione sostenibile
  • L’arresto del cambiamento climatico e dei suoi impatti
  • La tutela e l’utilizzo sostenibile degli oceani, dei mari e delle risorse marine
  • L’arresto della perdita della biodiversità, della desertificazione e del degrado del suolo
  • La promozione di sistemi sociali e istituzioni etiche che siano efficaci ed eque 
  • L’attenzione internazionale sui temi dell’etica, della responsabilità e dello  sviluppo sostenibile

Stando ai dati forniti dagli Stati Membri alle Nazioni Unite, Cuba è stato l’unico paese a rientrare all’interno dei parametri dello sviluppo sostenibile forniti dal WWF perché l’indice di impatto ecologico calcolato è inferiore a 1,8 pro capite (1,5) e l’indice di sviluppo umano superiore a 1, 8 (1,8555).

Il termine Ecosofia è stato utilizzato per la prima volta dal filosofo Arne Næss all’università di Oslo nel 1960. È alla base del movimento di Ecologia Profonda che sostituisce alla prospettiva antropocentrica tipica del sistema capitalistico una prospettiva Biocentrica. Egli decostruisce il dualismo Uomo ¬Ambiente attribuendo un Valore Intrinseco all’Ecosistema, alle altre Specie Viventi, indipendentemente dalla loro utilità e “sfruttabilità” per l’Essere Umano. Il Valore è connaturato, riguarda l’Essenza, non può e non deve essere quantificato sulla base di quello che l’Essere Umano può utilizzare.

L’Ecologia Profonda dà un fondamento filosofico alla legislazione ambientale e mira a fermare l’autodistruzione cui sta conducendo il processo di civilizzazione.

La massiccia attività industriale umana che ha caratterizzato gli ultimi secoli, ha intaccato l’omeostasi della Biosfera. Il cambiamento climatico, la riduzione della biodiversità, lo spostamento dell’asse terrestre, lo scioglimento dei ghiacciai sono un campanello d’allarme.

L’Uomo ha sempre legittimato il suo agire irrispettoso nei confronti degli altri Animali e della Natura sulla base del possesso di un Anima, di una Coscienza, del Raziocinio. Il paradosso sta nel fatto che l’impatto spaventoso che la sua attività sconsiderata ha sull’Ecosistema rischia di distruggere la Civiltà così come la conosciamo.

La base di questa filosofia è da ricercarsi nella Teoria dei Sistemi Dinamici di Brofenbrenner e nella Teoria EcologicaC’è un filo invisibile che lega tutte le cose. Tutto è collegato. L’uomo è una parte del tutto. A ben vedere non si colloca in una posizione di dominanza rispetto alle altre Specie Viventi e alla Natura.

Félix Guattari, psicoanalista, filosofo e politico francese nel 1989 pubblica l’opera intitolata Le tre ecologie. Egli fa riferimento all’ecologia ambientaleall’ecologia sociale, che riguarda le realtà economiche e comunitarie e all’ecologia mentale correlata alla psicologia e alla soggettività umana.

L’ecologia sociale è una critica alle tendenze politiche, sociali ed economiche che risultano spietate, ciniche, antiumane e porta con sé una concezione olistica. L’ obiettivo è la costruzione di un Sistema Sociale Etico, Inclusivo, in cui la Solidarietà sia la regola e non l’eccezione. Sono ben evidenti gli echi del Pensiero Anarchico che delegittimava ogni forma di gerarchia, l’oppressione dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulla donna e dell’uomo sulla natura.   

Il sistema di produzione capitalistico è alla base dell’attuale crisi globale perché si fonda su una concezione gerarchica delle relazioni con l’Altro, con le altre Etnie e con gli Ecosistemi. La concezione psicologica della società che si estrinseca all’esterno sotto forma di capitalismo, implica la presenza di un dominatore e di un dominato. Il polo più forte usa quello più debole. Uno dà e l’altro prende. La visione circolare è completamente assente. In molti casi, tenendo presente il pericolo di facili generalizzazioni che non colgono, a causa di vincoli contestuali, l’eterogeneità delle situazioni specifiche, chi ha meno potere si vede riconosciuti solo certi diritti e non perché la sua Essenza sia degna di rispetto, ma per alleviare i sensi di colpa di chi ha la possibilità di imporre la sua volontà.

Si auspica un cambiamento di Paradigma, un ribaltamento del modo gerarchico di concepire le Relazioni e l’adozione di una prospettiva olistica, maggiormente orizzontale in cui vengono valorizzati la Collaborazione e l’Interdipendenza.

Iolanda Della Monica
Blogger Gruppo Rebis

Pubblicato da Redazione Rebis

Membro gruppo esperti e gruppo redazione di Rebis.

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