Piano Economico di Salvezza Nazionale

Intervista a Guido Grossi

Oltre alla fragilità emersa del nostro sistema sanitario, in questo periodo stiamo affrontando un’emergenza ancor più seria che è quella dell’economia nazionale. Le aziende chiudono, i precari perdono il lavoro, i soldi finiscono, i frigoriferi si svuotano, la gente ha fame e con la fame arriva la paura per la sopravvivenza. I più deboli nel panorama sociale sono quelli che ne fanno le spese, e giustamente premono per delle soluzioni a brevissimo termine che il governo, in attesa di risposte tardive dall’Europa, indugia a dare.

La situazione non è semplice. Non vogliamo sottovalutare la complessità di un sistema economico che è aggrovigliato in tessuti politici, finanziari e debitori intrecciati da una moltitudine fuori confine, ma esperti in economia, finanza, giurisprudenza e trattati europei, guidati da un sempre più raro senso del benessere comune, in opposizione a quello individualista di élite tecnocratiche, studiano da tempo e propongono soluzioni sensate che potrebbero liberarci da vincoli usurai, immettendo la quanto mai necessaria liquidità sul mercato per darci l’opportunità di una ripresa dell’economia reale.

Abbiamo intervistato a questo proposito Guido Grossi, già responsabile dei mercati finanziari alla BNL, che ha redatto insieme a una cordata di esperti quello che è stato chiamato Piano Economico di Salvezza Nazionale. L’ex dirigente afferma che dovendo scegliere di prendere un prestito tra i risparmiatori italiani, che hanno certamente a cuore l’andamento e il successo dell’Italia, e delle banche finanziarie estere, che operano solo con scopo di profitto e nascondono nelle loro clausole “che verranno a prendersi tutti i nostri beni”, non ha dubbi sullo scegliere la prima opzione.

L’Italia con i suoi 4mila miliardi di risparmio privato, spiega, ha tutte le risorse per tirarsi fuori dalla crisi da sola senza avere nessuna necessità di prendere prestito a debito da finanziatori esteri. La sua ricetta prevede “l’emissione di Titoli di Stato riservato ad aziende e cittadini italiani che escludano l’acquisto da parte della speculazione mondiale”. La sottoscrizione deve essere caldeggiata ma non imposta, offerta da banche pubbliche e Poste Italiane, supportata da una campagna di comunicazione che spieghi ai cittadini modi e scopi dell’iniziativa che potrebbe anche far accettare un’emissione a tasso zero, con garanzia di rimborso privilegiata. “Un discorso mirato di Conte a reti unificate sarebbe miracoloso”, afferma Grossi.

Le eccedenze raccolte saranno parzialmente utilizzate per ridurre o azzerare i futuri importi di offerte rivolte agli investitori istituzionali, dando così la possibilità di restituire a scadenza regolare i soldi presi a prestito finora. Sarà obbligatorio aprire un conto corrente in Posta o presso una banca a maggioranza pubblica come Mediocredito Centrale, Monte dei Paschi di Siena, Cassa Depositi e Prestiti, che impedirà alla BCE di “chiudere i rubinetti” per mettere le mani sul risparmio degli italiani, come ha già fatto in Grecia.

Grossi suggerisce inoltre altre misure complementari come la sospensione di attività sui derivati speculativi e tossici, sospendere le restrizioni dell’uso del contante che libererebbero altra liquidità ora bloccata nelle cassette di sicurezza e “sotto i materassi”, l’emissione in caso di necessità di forme di denaro a circolazione interna come i minibot, le stato-note, i crediti fiscali (CCF) o i Sire. Tutte misure che non violerebbero i trattati internazionali ed europei e che sono tutte consentite dalle nostre leggi oltre che essere enunciate dall’Art. 47 della nostra Costituzione sulla tutela del risparmio dei cittadini e il coordinamento del credito.

“Le banche hanno fatto errori”, ci spiega Grossi, “perché sono state lasciate in mano ai privati che hanno il solo scopo di fare interessi privati. Un servizio pubblico deve tutelare gli investimenti al di fuori da ogni ottica di profitto”.

Ci sono altre iniziative affini al Piano di Salvezza Nazionale che stanno emergendo:

  • La Vera Via d’Uscita, proposta dal Comitato Liberiamo l’Italia, che parla di piano di investimenti pubblici per la piena occupazione, moratoria sul debito pubblico, salvaguardia del risparmio dei cittadini, emissione di moneta di stato, ricostruzione dell’IRI, riduzione generalizzata delle imposte;
  • Moneta Positiva, proposta dall’Associazione omonima presieduta da Fabio Conditi, che illustra, tra le tante cose, i vantaggi di avere una moneta non a debito ma positiva: SIRE, un Sistema Integrato di Riduzioni Erariali e di Rinascita Economica;
  • Helicopter Money, idea lanciata inizialmente dall’economista Milton Friedman nel 1969 per immettere valuta sui mercati con lo scopo di rilanciare l’economia reale da una severa crisi, e che oggi viene ripresa da diversi proponenti;
  • Think Tank per il Ripristino della Legalità Costituzionale, lanciata da UNI Aleph fondata da Mauro Scardovelli, che ha l’intento di ottenere la cancellazione di trattati capestri e debito pubblico ottenuti con l’avvallo di leggi incostituzionali, semplicemente pretendendo il ripristino del rispetto della saggezza insita nella Costituzione Italiana.

E sono solo alcune delle proposte innovative e a tutela della ricchezza nazionale che si stanno formulando in questi giorni.

Infatti, Grossi afferma che “non è necessario che arrivi un’unica proposta dal paese. È anche un bene che queste proposte siano simili ma differenziate perché noi non abbiamo un’unica verità. Esploriamo un territorio che non conosciamo perché abbiamo da troppo tempo delegato tutto ai mercati ma oggi abbiamo scoperto che i mercati creano squilibri, non li sanno gestire e l’unica soluzione che ti sanno inventare è che ti prestano altri soldi sempre più a strozzo”.

Grossi è convinto sia arrivato il momento di ricostruire un sistema che funzionava e che abbiamo abbandonato, e si affretta a dichiarare: “Questo paese è ricco di intelligenze, capacità, esperienze e proposte, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. Apriamo un canale di comunicazione tra società civile e il governo, usiamo il servizio pubblico per valutare insieme queste possibilità e le soluzioni sono convinto che usciranno”.

Testimoni dei successi italici di cui abbiamo riempito la nostra storia, ci uniamo a questo accorato appello e attendiamo un documento che ogni cittadino possa sottoscrivere a sostegno di una proposta accettata, condivisa e carica di una propulsione di rinascita economica, sociale e culturale che venga da una popolazione attiva e consapevole.

Siamo italiani.

Simona Valesi
Blogger Gruppo Rebis

Vuoi firmare la petizione: http://chng.it/zj7QLLbS84

Pubblicato da Redazione Rebis

Membro gruppo esperti e gruppo redazione di Rebis.

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