Lettera all’Italia

Cara Italia,

Ti voglio bene!

E’ importante che tu lo sappia ed è anche molto importante che io lo dica a voce alta, che lo scriva, che me lo ricordi e che me lo imprima bene nella testa… perché per troppo tempo me ne sono dimenticata!

Io non ho girato molto il mondo… certo, ho viaggiato in tanti Paesi ma me ne rimangono ancora tanti altri da visitare… eppure, in questo momento di quarantena, sento fortissimo dentro di me il desiderio di poter uscire di casa per ricominciare a ripercorrerti dalle Alpi alla Sicilia! Gli altri Paesi possono aspettare, tu sei talmente bella… Non a caso ti chiamano il Bel Paese!

Eppure io per tanti anni non ti ho dato le dovute attenzioni. Forse pensavo che ce l’avresti fatta anche da sola, senza di me… ma non contavo col fatto che sono cresciuta in un’epoca in cui gli Italiani avevano solo voglia di rilassarsi un po’ dopo la tragedia della Guerra Mondiale, la dura ripresa economica del Dopo Guerra, la crisi degli anni ’70, il terrorismo degli anni Settanta. Io sono nata proprio in quegli anni, nel 1971. Quando ero piccola ho avuto la fortuna di visitarti molto insieme alla mia famiglia, poi però crescendo tra gli anni ’80/’90 mi sono ritrovata, ma forse farei meglio a dire “persa”, in un periodo in cui comprare italiano, fare le vacanze in Italia, anche solo parlare bene di questo Paese era una cosa da sfigati!

Proprio in quegli anni diventava di moda trascorrere le vacanze estive all’estero, addirittura andare a studiare all’estero, il sogno di tante ragazze della mia età era fare la hostess per poter viaggiare e scoprire il mondo. Se ascoltavi musica italiana in quegli anni eri vecchio oppure strano, anche la televisione iniziava ad essere invasa da serie straniere e le soubrette facevano più scena se avevano un accento straniero!

Poi è diventato sempre più normale vestirsi come gli stranieri (noi che siamo famosi ovunque per la moda!), mangiare come gli stranieri (noi, noti al mondo per i piaceri della nostra tavola), parlare come gli stranieri, sostituendo espressioni italiane con termini stranieri che hanno lo stesso significato (noi che siamo diretti discendenti dei sommi poeti latini).

Mi rendo conto, adesso, mentre mi vengono questi ricordi, che a me tutto questo è sempre parso normale. Ho sempre pensato, e ora posso dire “stupidamente” pensato, che fosse la normalità. In realtà non mi sono fermata a pensare se questo sentimento, o farei meglio a dire “non sentimento” per il mio Paese, fosse giusto o sbagliato. Semplicemente, pensavo inconsciamente che fosse una cosa del tutto normale e che fosse stato così anche per i miei nonni e i miei genitori, quando erano ragazzi. Peccato che loro abbiano vissuto la guerra e poi il dopoguerra… e quindi, non hanno di certo potuto godersi il lusso di comportarsi da ragazzini viziati e fare gli sbruffoni con il proprio Paese! Anzi, i miei avi hanno combattutto per la Patria, mio padre si è dovuto rimboccare le maniche e darsi da fare per mantenere la sua famiglia, contribuendo così a sostenere anche te. Lui sì che ti ha aiutata!

Io invece ti devo chiedere scusa, cara Italia. Ti chiedo scusa perché ti ho dimenticata. C’è stato un momento in cui ero pronta ad abbandonarti per trasferirmi all’estero. Anche se ancora dovevo vedere molte tue città o regioni, pensavo che le avrei comunque sempre potute visitare da vecchia! Che stupida sono stata a credere che tutto ciò che era straniero fosse, a prescindere, migliore di te.

Anche quando sono diventata grande… in realtà ero una persona piccola, che, presa dai ritmi frenetici e alienanti della vita moderna, pensava di essere felice guardando solo al proprio “orticello”. Che poco furba sono stata a pensare che della Politica non me ne fregasse niente, che siccome era materia per me molto complicata, visto anche come veniva gestita dai nostri cosiddetti governanti, non me ne importava nulla, tanto poi non sarebbe comunque cambiato mai niente! Come se le sorti del mio Paese non riguardassero anche me!

Addirittura, negli anni in cui si iniziava a sentire parlare di Globalizzazione, ho accettato passivamente che quantità ingenti di prodotti alimentari italiani (arance, latte, ortaggi) venissero buttati per lasciare spazio a quelli provenienti da altri Paesi. Per non parlare degli elettrodomestici, delle apparecchiature elettroniche o delle automobili: se avevi una macchina italiana eri un poveretto, viaggiare con un’auto straniera invece era tutt’altra cosa!

Invece, mi sono resa conto in queste settimane di fermo forzato di quanto tu, Italia, sia grande. E di quanto sappiano essere grandi tanti, tantissimi altri italiani che magari, come me, fino a ieri ti snobbavano ma che ora, messi di fronte all’emergenza, all’imprevisto, all’incertezza, anch’essi si sono rimboccati le maniche e hanno ritrovato quella caratteristica che fin dall’Antichità ci ha resi famosi nel mondo: la Creatività!

Ora, cara Italia, io ho solo un modo per ripagarti di quello che ti ho fatto, per rimediare al fatto di averti trascurata così a lungo: utilizzare questi giorni per ripensare alla mia vita passata e capire cosa voglio per il futuro. Si chiama consapevolezza, o presa di coscienza. Significa prendersi le proprie responsabilità, nei propri confronti e anche verso gli altri, compresa la propria patria. E una volta fatto questo, e capito chi siamo e soprattutto cosa vogliamo per il bene della nostra nazione e del mondo intero, agire! Agire ogni giorno, in ogni momento, con il cuore in mano, con la consapevolezza della nostra forza, dettata dall’Amore che abbiamo dentro.

Carissima Italia, io auguro a te, ma anche a me stessa e a tutti gli Italiani che tutti quanti ci possiamo ricordare della nostra Grandezza come individui e come Popolo!

La pubblicità, i media, le scelte dei nostri politici negli anni sono tutti modi che sono stati utilizzati per appiattirci, per livellarci e farci dimenticare la nostra vera identità. Siamo stati indotti a pensare di non valere niente, di non essere all’altezza e quindi che tu, cara Italia, non meritassi il nostro sostegno, neppure il nostro coraggio nel far valere i nostri diritti costituzionali e umani.

Ma tu, cara Italia, sei ancora quella potenza dimostrata al mondo intero dall’Impero Romano, dal Rinascimento, dal Risorgimento, dai padri fondatori della Comunità Europea che si sono battuti per una vera fratellanza tra i popoli… che era un concetto molto diverso da quello che in realtà poi è diventata la UE.

Adesso, riguardando indietro, vedo chiaramente che nulla era casuale e, anzi, tutto è servito a svuotarci della nostra vera essenza che è ingegno, creatività appunto, solidarietà, fratellanza… insomma, Amore, quell’amore che per troppo tempo ti abbiamo negato e che purtroppo abbiamo negato a noi stessi!

Noi Italiani, i tuoi abitanti, i tuoi figli, ti abbiamo girato le spalle perché scioccamente come greggi addomesticate abbiamo seguito ciecamente i nostri governanti e tutti coloro che ti e ci vogliono male.

Ma è giunto il momento di una nuova rinascita. Non ti lascerò da sola questa volta, cara Italia. Non ti lascerò in mano a politicanti improvvisati, incapaci e guidati solo da interessi personali. Non ti lascerò in balia a scellerati che tramano di svenderti come accadde alla Grecia a suo tempo. Non ti abbandonerò a persone senza scrupolo che vogliono solo sfruttare te e le tue risorse fino all’esaurimento! E so che, come me, tanti saranno gli Italiani che si prenderanno cura di te questa volta, cara Italia. E non lo dico con retorica, ma lo dico perché è ciò che vedo e che sento tutti i giorni. Persone che finalmente si stanno risvegliando dal loro torpore e che decidono che è il momento di agire. In nome della libertà e dell’Amore. Sono tantissime le persone che si stanno organizzando, individualmente e in gruppo. Persone che hanno capito che la via è la collaborazione, l’armonia, il rispetto.

Uniti, con Amore e Consapevolezza, cara Italia, ti renderemo fiera di noi. E vedrai che nuovamente torneremo ad essere la culla del Rinascimento del Mondo, quando anche noi saremo finalmente consapevoli della tua, della nostra bellezza!

Erika Barani
Blogger Gruppo Rebis

Pubblicato da Redazione Rebis

Membro gruppo esperti e gruppo redazione di Rebis.

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