Lettera a Hevrin Khalaf, trentaciquenne attivista curda per i diritti umani e leader del Future Syria Party, uccisa in Siria.

La Tua Vita è finita, con questo corpo, per mano di coloro che avevano davvero molta paura di te. 

È inutile negarlo: voi donne non avete ancora raggiunto la parità con gli uomini, perché una donna una cosa del genere non la farebbe. Non si comporterebbe come i tuoi aguzzini prima e assassini poi hanno agito nei tuoi confronti.  

Sei stata uccisa eppure io voglio sperare e credere che la Tua Anima sia sopravvissuta. Ti hanno fatto provare quel dolore forte che loro provano nel vedere il proprio fallimento di fronte a sé stessi, che la Vita non la portano più dentro e infatti la spengono, quando la vedono, se appena possono.

Non mi riferisco alla vita biologica, non a quella fisica, in quanto essa funge da supporto a un’altra vita: quella Spirituale, quando c’è, ed è a questa che penso, pensando a Te.

Tu hai dimostrato di averla, la Vita Vera: hai unito invece di dividere, hai lavorato per la convivenza e per i diritti delle persone, quelle che portano la vita dentro di sé – consapevoli oppure no – e anche quelli che non la portano, ma che potrebbero svilupparla. Tu ci hai creduto, loro no. Tu ci hai lavorato, loro ti sono passati sopra come un carro armato su un fiore. 

“Loro” sono degli individui di sesso maschile, che definire uomini è quasi un insulto per gli uomini che lo sono sul serio, persone che hanno esercitato su di te la più vecchia prerogativa di chi ha perso sé stesso e non si ritrova: la violenza contro gli altri. 

Ma non è tutto. Ci sono anche altri “Loro”, che stanno dietro a quegli individui di sesso maschile, e sono le Anime Nere, che la Luce l’hanno persa tanto tempo fa, e non sopportano di vederla quando la incontrano. Per questo hanno cercato di spegnerla anche in Te, facendoti provare dolore prima di spegnere (quello sì) il tuo giovane corpo fisico. 

Tu sei stata, in questa vita, l’esempio di come l’essenza Femminile e Maschile Spirituale possono agire insieme in una stessa persona per uno scopo più alto, che poi è l’unico scopo: la crescita dell’Umanità dentro all’umanità. Lo sviluppo, o il ritorno, dell’Umanità Spirituale all’interno e a governo di una umanità biologica e animale: quella che ti si è rivoltata contro come una bestia feroce, insanguinata e impaurita che ha visto, prima di morire, trionfare la propria non conoscenza del perché Tutto si esaurisce, Tutto muore e diventa nero. È una parte morta molto tempo fa, la quale adesso perpetua solo la propria ombra vendicativa verso sé stessa, e assassina verso chi è diverso. 

Tu, al contrario, hai lavorato sapendo che su quel Nero si può agire: avevi ancora in te l’Energia che vuole scoprire i perché del nostro declino comune, dell’entropia spirituale e morale che ci prende e rappresenta la nostra unica, vera malattia. 

Hanno molta paura della Morte, coloro che hanno armato le mani dei tuoi assassini. E, illudendosi di scongiurare la propria, hanno richiesto la tua. Come in un rito. 

Non sanno che una Vita vera, nuova, scorre in Te, dall’altra dimensione, come in molti altri. E che ormai la Coscienza sta svegliando le proprie parti addormentate anche se non se ne rende ancora pienamente conto. Ma lo farà presto. 

Sei e rimani con noi, nonostante sia stato interrotto il filo che Ti legava a questa dimensione terrena. 

Sei parte di Noi e del Nostro Progetto. Hai perso la vita fisica, e le mie lacrime non si placano nemmeno scrivendo queste righe, per l’ingiustizia, l’orrore e l’errore che vedo, che sento, in quello che ti hanno provocato. 

Perché la verità è che sento in me uno sgomento, profondo come l’interno di un vulcano, nel vedere che la Vita non è scontata, in questa dimensione, non lo sono l’Umanità, né la Conoscenza, né la Volontà di combattere ancora per scoprire chi siamo, che cosa siamo diventati, e che origine ha il Dolore che ci fa essere così poco umani, e tanto meno spirituali, verso noi stessi e verso i nostri simili. 

La verità è che sento lo sgomento di vedere l’Abisso in cui siamo precipitati lungo la linea del tempo e dello spazio, quell’abisso che Tu e altri come te hanno, e hanno avuto, il Coraggio di guardare in faccia per affrontarlo e per comprenderlo, costruendo Conoscenza, Ponti, Dignità e Diritti… e che coloro che ti hanno spenta fisicamente, invece, non sopportano più di vedere da molto, denunciando in questo modo la propria intrinseca debolezza. 

Per questo, chi persiste nel proprio essere un’Anima Nera non affronta sé e il proprio inconscio destino, mentre chi guarda il Buio che ha dentro – e tutti lo abbiamo – fa un tratto di strada verso la rinascita del nostro Essere più profondo e Antico, verso i Valori che abbiamo dimenticato e che tuttavia non sono scomparsi. 

Quei valori sono la Conoscenza, l’Amore per il Noto e per l’Ignoto, l’Aiuto reciproco nella Comprensione, la Percezione del nostro Comune Destino qui, in questa Dimensione… una comunanza che nessun assassinio e nessuna tortura potrà mai esorcizzare, distruggere e nemmeno allontanare. Per cui, assassinando Te e interrompendo – almeno per ora – il Tuo Percorso, non hanno fatto altro che ribadire di fronte a sé stessi e agli altri la propria appartenenza a quell’Abisso che sperano tanto di non vedere più.

È un’illusione la loro, la più grande di tutte, e neppure si sono resi conto che Tu lavoravi per togliergliela, certo, ma proprio per questo per aiutarli a rigenerare in sé la propria Essenza, che hanno visto in Te e in altri come Te e che hanno cercato di schiacciare non rendendosi conto che, un tempo, la possedevano anche loro.

Un abbraccio di Luce.

Zvetan Lilov
Blogger Gruppo Rebis

Pubblicato da Redazione Rebis

Membro gruppo esperti e gruppo redazione di Rebis.

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